Web reputation, l’avvocato Di Stefano: “Rivolgersi subito a legali e polizia postale”

“I motori di ricerca non sono organi d’informazione: la verifica della veridicità e della ‘legittimità’ di una notizia, di un commento, di un materiale video in linea generale spetta ai siti che decidono di pubblicarli sulla Rete”

“Le informazioni che circolano sul web, in particolar modo quelle indicizzate dai motori di ricerca, vanno sempre filtrate dagli utenti ed un’efficace tutela della nostra persona sulla Rete richiede una valutazione ed un intervento specifici delle problematiche che possono riguardarci”. A parlare è l’avvocato Piera Di Stefano, dello studio Di Somma&Di Stefano di Pompei, esperta di web reputation e tutela dell’immagine su Internet di persone fisiche e giuridiche. Abbiamo chiesto il parere del legale per approfondire il dibattito di questi giorni in merito alla triste vicenda del suicidio di Tiziana Cantone, la 31enne napoletana che si è tolta la vita dopo che alcuni video hard che la vedevano protagonista sono divenuti virali sulla rete.

“Quando esercitiamo il diritto all’oblio – ha continuato l’avvocato Di Stefano – chiediamo ai motori di ricerca di riflettere un’immagine attuale di noi. Ovvero ad esempio, volendo semplificare al massimo, se in passato abbiamo avuto problemi con la giustizia o nostro malgrado siamo finiti al centro di uno scandalo, è giusto, nel momento in cui ci siamo ‘riabilitati’, che su internet ci sia una proiezione aggiornata della nostra persona. E questo include anche il diritto del singolo interessato ad ottenere l’aggiornamento delle notizie allo sviluppo positivo delle vicende ivi trattate.

‘Google’ e altri motori di ricerca simili non sono organi d’informazione: la verifica della veridicità e della ‘legittimità’ di una notizia, di un commento, di un materiale video in linea generale spetta ai siti che decidono di pubblicarli sulla Rete. Pertanto, quando ci si imbatte, su Internet, in qualcosa che può danneggiare la nostra persona, la nostra immagine, la nostra reputazione, la nostra privacy, bisogna subito rivolgersi ad un legale specialista e alla polizia postale, ovvero a professionisti e ad operatori che si occupano del web e delle sue molteplici dinamiche.

Il rischio altrimenti è quello di perdere tempo prezioso. – ha spiegato Piera Di Stefano – Anche i social network ultimamente stanno iniziando a fornire ‘risposte’ alle esigenze di tutela degli utenti e sono particolarmente sensibili e vigili rispetto ai contenuti che riguardano i minori. Ma molto c’è ancora da fare e attendiamo un intervento organico e mirato da parte del Parlamento che sarà di certo complesso e lungo, ma aiuterà senz’altro tutti/e noi a difenderci in modo più tempestivo e concreto dai pericoli della Rete”.

FraFree

 

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