VERO MADE IN ITALY? LA GARANZIA DEL SIGILLO INFORMATICO

Uno dei sistemi più innovativi per tutelare consumatori e aziende da contraffazioni e frodi è la piattaforma che offre la possibilità concreta di verificare direttamente la catena produttore–distributore–consumatore con strumenti informatici di uso comune

È recente la notizia circa l’inchiesta avviata dalla Procura della Repubblica di Torino su presunte plurime ipotesi di “contraffazione” dell’olio extravergine di oliva italiano. In casi simili si configura il reato di

frode in commercio, previsto dall’art.515 del codice penale, che punisce con la reclusione fino a due anni o con la multa fino a euro 2.065 «chiunque, nell’esercizio di un’attività commerciale,
ovvero in uno spaccio aperto al pubblico, consegna all’acquirente una cosa mobile per un’altra, ovvero una cosa mobile, per origine, provenienza, qualità o quantità, diversa da quella dichiarata o pattuita».

La norma prevede altresì la pena della reclusione fino a tre anni o della multa non inferiore a euro 103 se si tratta di oggetti preziosi, cioè con un valore superiore determinato dalla loro rarità
oppure da ragioni storiche o artistiche. L’autore di questo reato può essere chiunque, purché agisca nell’esercizio di un’attività commerciale, ovvero in qualsiasi luogo funzionalmente destinato
al commercio. Non è richiesta la qualità di commerciante, per cui anche il privato agricoltore o l’artigiano che vende i suoi prodotti direttamente al consumatore può essere imputato di tale reato.
Quest’ultimo può concorrere con il delitto di vendita di prodotti industriali con segni mendaci (art. 517 c.p.) che si realizza con la sola vendita o messa in circolazione del prodotto, indipendentemente
dalla consegna, con conseguente violazione dell’ordine economico che deve essere garantito contro gli inganni tesi al consumatore. Se l’inchiesta andasse a segno, il danno all’immagine dell’agroalimentare Made in Italy potrebbe essere accompagnato da conseguenze non tanto e solo di natura penale per coloro che saranno ritenuti responsabili delle condotte fraudolente, ma anche e soprattutto di natura economica. A ciò potrebbe aggiungersi un vero e proprio colpo di grazia alla fiducia, già fragile, del consumatore medio che è sempre più scettico circa la garanzia di origine di prodotti la cui qualità dovrebbe essere esente da qualsivoglia “modifica in corso d’opera”.

Come difendere allora efficacemente i consumatori e le filiere produttive di qualità dai pericoli della contraffazione e della frode?
Uno dei sistemi più innovativi è rappresentato dal cd. Sistema Sigillo Informatico (S.I. 2.0),piattaforma ideata nel 2010 dall’ingegner Attilio Minafra e da Arti grafiche A. Rossi S.p.A., con il coinvolgimento di soggetti privati e istituzionali di rilievo nazionale come CNR-IMC, Università Ca’ Foscari di Venezia, IASMA, Fondazione Sapienza Innovazione.

Il S.I. 2.0, nell’ottica di una tutela sia del consumatore che del produttore, ha fatto sì che si passasse dalla mera “denominazione di origine” ad una vera e propria “certificazione dell’origine e della
qualità” basata su parametri oggettivi, quali analisi chimico-fisiche avanzate, e un Repository Istituzionale, gestito da un Ente Terzo, quale appunto il CNR, il quale recepisce i disciplinari precedentemente approvati dal CT-SI, Comitato Tecnico Sigillo Informatico e inoltre gestisce anche un vero e proprio registro notarile destinato a raccogliere le informazioni ed eventi ritenuti “rilevanti”
nella tracciabilità, rintracciabilità e garanzia di origine.

Ma aspetto ancor più innovativo della piattaforma S.I. 2.0 è la possibilità concreta offerta al consumatore di verificare direttamente la catena produttore-distributore-consumatore con strumenti informatici di uso comune.
In particolare, la copertura antifrode e anticontraffazione è data da uno strumento sicuro ed esclusivo: un’etichetta che viene applicata come un adesivo sulla confezione del prodotto e che è
costituita da un materiale speciale che ne impedisce la riproduzione e la rimozione.

Su tale etichetta è presente un Datamatrix – un codice standard ormai diffuso in molte applicazioni – che può essere utilizzato da un qualsiasi tool di lettura disponibile gratuitamente per smartphone, o da una webcam. Una volta letto, questo codice permette di visualizzare la “storia” in termini di tracciabilità del prodotto. È presente anche una doppia stringa numerica di 14+14 caratteri
che consente di reperire, tramite l’apposita funzionalità messa a disposizione dai canali di consultazione della piattaforma, gli stessi dati forniti tramite il Datamatrix. Non esistono due etichette uguali,
ovvero la produzione, di fatto, è millesimata. La piattaforma S.I. 2.0, si badi bene, garantisce l’autenticazione dell’origine di un prodotto proveniente da filiere produttive non solo alimentari, ma
anche artigianali, industriali, ad alto valore aggiunto e artistiche.
Recentemente S.I. 2.0 Italia – la società detentrice dell’applicativo – ha sottoscritto con Confimprese Nord Ovest un accordo di collaborazione per utilizzare S.I. 2.0 nei futuri 22 Parchi di Eccellenze italiane come strumento per certificare l’origine di tutti i prodotti venduti all’interno di essi. Il Sigillo Informatico è richiesto per garantire l’acquirente cinese dalla contraffazione e dal falso
Made in Italy. Il primo di questi Parchi allestito ad Hangzhou, con 87.000 mq di superfice commerciale e 100.000 visitatori previsti al giorno, sarà inaugurato il prossimo 18 dicembre.

Non c’è dubbio che un sistema innovativo come S.I. 2.0 potrebbe rappresentare l’efficace strumento per tutelare sia il consumatore nel suo acquisto sicuro, trasparente e garantito, sia le filiere produttive italiane di qualità che di conseguenza potranno “conquistare” con la loro affidabilità i mercati esteri emergenti.

Tutte le informazioni, comprese le imprese aderenti e i Progetti all’attivo sono reperibili sul sito www.sigillo.info.

Vero Made in Italy? La garanzia del Sigillo Informatico